Il feretro passato pochi metri da noi nella traslazione verso San Pietro
Martedì 22 aprile un piccolo gruppetto di pellegrini (27 pecorelle), guidate da un vigile e tenace pastore Don Andrea e due efficienti collaboratori, Livio e Carlo, si dirigono verso Roma per vivere insieme il Giubileo della Speranza di Francesco. Sapevano, purtroppo, già alla partenza che non avremmo potuto incontrare il Papa all’ udienza fissata del giorno dopo. Partiti, comunque, all’alba (ore 05:00) ci dirigiamo verso Capitale dove giungiamo nel pomeriggio per varcare la prima porta Santa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, una delle quattro basiliche della città di Roma. Poco dopo don Andrea celebra la santa Messa nella Basilica di Santa Prassede, nei pressi della basilica. Questo piccolo gioiello del IX sec è dedicata alla martire cristiana Prassede. In questa piccola e antica Chiesa ammiriamo gli splendidi mosaici di Cristo e della Martire e di Papa Pasquale che la fece erigere. Sperimentiamo la prima esperienza del bello come preghiera … la bellezza passa attraverso gli occhi, arriva al cuore e all’anima e diventa preghiera … Il giorno 23 aprile non vogliamo mancare l’appuntamento con Papa Francesco. Di buon mattino troviamo posto assieme ad altri pellegrini in piazza San Pietro per assistere alla traslazione della salma del pontefice, da Casa Santa Marta alla basilica di San Pietro, e lo salutiamo al suo passaggio a pochi metri da noi, cantando e pregando con tutti i pellegrini della piazza e con l’ausilio del libretto fornito dal Vaticano. Molti sono lì per curiosità, altri per devozione ma tutti ricordiamo con affetto questo pastore sorridente e comprensivo, definito spesso “come uno di noi”. In questo senso Roma ci ha riservato molti momenti davvero entusiasmanti, soprattutto nei pomeriggi successivi. Siamo stati condotti quasi per mano a visitare diversi monumenti e opere d’arte con l’ausilio della nostra guida turistica fornita dall’agenzia Ovet, la dottoressa Nadia De Rossi, che ci ha accompagnato in Trastevere, a vedere il centro di Roma e nella splendida Basilica di San Clemente, dove ci ha apostrofato così: “Aò, voi milanesi ci avvete pure arrrubbato Sant’Ambroggio, che non era milanese ma romano de’ nò artri… poooi ma solo pooooi è diventato Milanese ma era romano dè Roma!!” ; alle nostre proteste di lasciarci almeno il Vescovo dato che i romani hanno già molti Papi, Nadia insiste e non cede dicendo che sant’Ambrogio è romano!” Roma è una città in cui molti hanno sacrificato la vita in nome della fede, in primis i due patroni della città San Pietro e Paolo.
Il programma di giovedì 24 aprile prevedeva infatti la visita alle catacombe di San Callisto, dove sono sepolti i resti di migliaia di martiri cristiani, e dove don Andrea ha celebrato la santa Messa nella cappella di San Damaso all’ interno delle catacombe in comunione con tutti i martiri ivi sepolti. In questi tre giorni non abbiamo solo nutrito lo spirito e la mente ma anche il corpo, con deliziosi pranzetti conviviali e tradizionali come i rigatoni all’amatriciana, mezze maniche alla gricia e saltimbocca alla romana e un ottimo tiramisù. Siamo stati anche presso la Basilica di San Paolo fuori le mura dove abbiamo sostato sulla tomba dell’apostolo delle genti, anche lui martire della fede cristiana. L’ultimo giorno del nostro pellegrinaggio abbiamo fatto il tour delle fontane barocche del centro dove abbiamo ammirato Trinità dei Monti, piazza di Spagna, Fontana di Trevi e Piazza Navona. Il centro è affollato da turisti provenienti da ogni parte del mondo. Abbiamo anche visitato le opere di Caravaggio, nostro conterraneo, all’interno di San Luigi dei francesi. Le tre tele dedicate a san Matteo. Questo viaggio ci ha regalato gioie spirituali ed abbiamo ammirato tanta bellezza. Ci ha consentito di scoprire amicizia e solidarietà tra di noi, all’interno del gruppo. Come pellegrini di speranza ci auguriamo che il Signore, con l’intercessione di Francesco dal cielo ci aiuti a realizzare le nostre personali speranze e a testimoniare agli altri questa nostra importante esperienza.