L’umiltà, forza silenziosa che guida e rinnova il cammino dell’uomo.
La XXX domenica del tempo ordinario ci propone come riflessione la virtù del l'umiltà. Il Vangelo ci racconta che Dio ascolta la preghiera dell'umile, non del presuntuoso. Ma esseri umili non ci è connaturale. Tutti noi siamo pronti a difenderci a tirare fuori il petto e dire "tu non sai chi sono io". Eppure Gesù ci invita all'umiltà, una virtù che non ci è connaturale, ma che anzi respingiamo da noi desiderosi di dimostrare quanto valiamo, con un lungo elenco di autocertificazione di notorietà. Eppure ogni domenica accogliamo la Parola di Dio con luce che illumina i nostri passi, una Parola vera e autorevole, e se stiamo attenti anche i maggiori allenatori delle squadre di calcio di serie A invitano i propri calciatori, i nostri idoli, a scendere in campo con grinta ma con umiltà. È solo con umiltà che si vince. Se si entra in campo con arroganza e supponenza si rischia di perdere perché non diamo la giusta attenzione all'avversario. La Parola di Dio da 2000 anni ci invita a una vita umile e a bocce ferme intuiamo che è ragionevole e che se l'uomo vivesse da umile non ci sarebbero guerre e soprusi. Così come è stupefacente notare che oggi i frequentatori dei monasteri non sono monaci o suore o preti, ma manager che per cercare tempo per rigenerarsi hanno bisogno di silenzio e intimità, di vivere per qualche giorno tra monaci intenti al silenzio e a una introspezione intima e spirituale, quel silenzio e quella solitudine che spesso cercava Gesù per stare in intimità con Dio suo Padre e confermare la decisione della sua Missione della Sua Vocazione. Dopo 2000 anni sembra che anche i top manager si siano persuasi che la vera "rivelazione" non la dà una Spa, ma un periodo di monachesimo in monastero. Davvero luce ai miei passi è la tua Parola, Signore, luce sul mio cammino, come narra il Salmo 118 da più di 3000 anni.