La Preghiera Eucaristica

Nel cuore della spiritualità cattolica del XVI secolo, segnata da grandi riforme e da una profonda sete di rinnovamento interiore, san Carlo Borromeo lasciò alla Chiesa un dono prezioso: la pratica delle “Quaranta Ore di Adorazione”. Questa forma di preghiera solenne, che unisce la contemplazione silenziosa al fervore comunitario, continua ancora oggi a risuonare come un invito potente a riscoprire la centralità dell’Eucaristia nella vita cristiana.

Le Quaranta Ore nacquero in un contesto storico in cui san Carlo, arcivescovo di Milano e instancabile pastore d’anime, desiderava ravvivare la fede del suo popolo e contrastare la freddezza spirituale del tempo. Egli istituì una forma di adorazione prolungata del Santissimo Sacramento, esposto sull’altare per quaranta ore consecutive - in memoria delle quaranta ore durante le quali il Corpo del Signore rimase nel sepolcro, tra la morte e la Risurrezione.

Questo tempo sacro di preghiera voleva richiamare il mistero pasquale nel suo silenzio e nella sua potenza: un tempo di attesa, di speranza e di rinnovamento.

Il numero quaranta, già ricco di significati biblici - i giorni del diluvio, del cammino nel deserto, del digiuno di Cristo - diveniva così un segno di purificazione e di preparazione alla grazia.

Per San Carlo, le Quaranta Ore non erano solo un atto di pietà privata, ma un evento ecclesiale: un momento in cui la comunità intera si raccoglieva davanti al Signore realmente presente nell’Eucaristia.

La città o la parrocchia diventavano un’unica “chiesa in adorazione”, con turni di veglia continua, canti, letture e momenti di silenzio profondo. L’altare, adornato con fiori e luci, si faceva simbolo della tomba gloriosa del Cristo, ma anche del trono regale dell’Agnello, che dona la vita al mondo.

San Carlo, con grande attenzione pastorale, volle che questa pratica fosse ordinata e regolare, tanto da emanare norme precise per il suo svolgimento, affinché ogni chiesa della diocesi potesse ospitare a turno il Santissimo Sacramento esposto, creando una catena ininterrotta di preghiera in tutta Milano.

Oggi, in un tempo in cui il ritmo della vita moderna sembra lasciare poco spazio al silenzio e alla contemplazione, le Quaranta Ore tornano a proporre un ritmo di grazia e di raccoglimento.

Esse ci ricordano che la vita cristiana non può reggersi senza il contatto vivo con la Presenza eucaristica: l’amore di Cristo che si dona nel Sacramento dell’Altare è la fonte e il culmine di ogni azione pastorale.

In questo spirito, la Comunità Pastorale San Giovanni XXIII, che riunisce le parrocchie di Fara Gera d’Adda, Canonica d’Adda e Pontirolo Nuovo, con le frazioni di Badalasco e Fornasotto, trova nelle Quaranta Ore un’occasione preziosa per ravvivare lo zelo eucaristico e rinsaldare il legame spirituale tra le diverse comunità.

Ritrovarsi davanti al Santissimo, in adorazione prolungata e condivisa, significa riscoprire la sorgente della comunione fraterna, lasciando che l’Eucaristia plasmi il volto di una Chiesa viva, orante e missionaria.

Tra le voci più luminose del magistero recente, Papa Benedetto XVI ha richiamato con forza la necessità di custodire e promuovere la devozione eucaristica.

Nell’esortazione apostolica Sacramentum Caritatis (2007), egli afferma:

“L’adorazione eucaristica non è che il naturale prolungamento della celebrazione eucaristica. Ricevere l’Eucaristia significa entrare in comunione con Colui che è morto e risorto per noi; ma questa comunione deve essere prolungata nel silenzio dell’adorazione, nel quale l’anima si apre all’amore di Cristo e viene trasformata da Lui.”

E ancora, in un’udienza del 2012, il Papa ricordava che:

“Solo se impariamo a stare alla presenza del Signore, anche le nostre attività ecclesiali saranno fruttuose. L’Eucaristia è la fonte viva dalla quale la Chiesa trae energia per il suo cammino.”

Queste parole illuminano il senso più profondo delle Quaranta Ore: un tempo di adorazione in cui la comunità, nutrita dal silenzio e dalla presenza di Cristo, riceve la forza per vivere e testimoniare il Vangelo nella vita quotidiana.

Le Quaranta Ore non appartengono solo al passato: sono un invito sempre attuale a rimettere Cristo Eucaristia al centro della vita personale e comunitaria.

Per la Comunità Pastorale San Giovanni XXIII, esse possono divenire un segno concreto di rinnovamento spirituale, di unità e di amore verso il Signore che rimane con noi nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue. 

Rinnovandole con fede, potremo riscoprire la forza di una Chiesa che adora prima di agire, che contempla prima di parlare, che si inginocchia prima di camminare.


Paolo Borellini
Ministro straordinario per l’Eucarestia