Esempi di fiducia, ricambiati dalla misericordia del Padre Buono
Dal 20 al 22 ottobre, un bel gruppo di noi ha vissuto un pellegrinaggio in Umbria.
Abbiamo visitato le tombe di san Francesco d’Assisi e di santa Rita da Cascia. Sono stati giorni intensi e profondamente belli, colmi di desiderio spirituale, di sete di conoscenza e di bisogno di respirare la santità di questi grandi testimoni del Vangelo, che seppero consacrare ogni istante della loro vita al Signore.
Tra mille difficoltà e peripezie, entrambi si sono sempre mostrati fiduciosi, affidandosi con abbandono alla misericordia del Padre Buono. In modo particolare, quasi al termine della loro esistenza terrena, ricevettero un segno celeste che parlava al loro cuore - e al nostro - della fedeltà di Dio, che mai li ha abbandonati.
San Francesco, dopo l’entusiasmo iniziale della sua vocazione, si trovò a fronteggiare l’opposizione di molti confratelli, contrari alle severe regole di povertà e rigore che caratterizzavano lo stile francescano. Vide naufragare il sogno di una vita radicalmente povera, ricca solo di Dio, e si dimise dalla guida dell’Ordine. Quasi cieco e gravemente ammalato, si sentiva abbandonato da tutti - forse, in parte, anche da Cristo, che non gli parlava più come agli inizi. Eppure, proprio in quel momento di profonda solitudine, in cui molti si sarebbero arresi, Francesco compose il più sublime cantico mai sgorgato dal cuore di un uomo innamorato di Dio: il Cantico delle Creature. Un poema di luce, che esprimeva tutto il suo amore ardente per il Creatore.
Santa Rita, dopo aver perso il marito e i figli - l’amore della sua vita - visse quindici anni di preghiera e sofferenza, martoriata da dolori atroci causati da una malattia incurabile. Angosciata dal timore che i suoi cari fossero nella dannazione eterna a causa delle loro morti violente, giunse allo stremo. E proprio in punto di morte, ormai sfinita e apparentemente sconfitta, ricevette da Cristo un segno tangibile della salvezza dei suoi amati: una rosa fiorita e dei fichi maturi, donati in pieno inverno. Rita poté così spirare in pace, colma di gratitudine e certezza nell’amore di Dio.
In questi giorni di comunione con i santi e con i nostri cari defunti, ci sentiamo consolati dal Signore. Anche quando la vita ci fa sentire sconfitti, amareggiati o delusi, Dio - prima o poi - sa sempre trovare il modo di farci comprendere quanto ci ama.