È il momento del coraggio, con scelte concrete e immediate
Cari amici, vi scrivo mentre, nella preghiera che ho appena fatto, vi ricordo tutti alla misericordia del Signore. Pensavo alla riunione del consiglio pastorale che abbiamo tenuto il 12 maggio.
Abbiamo iniziato a ragionare insieme partendo da alcuni dati: la percentuale di partecipazione alle nostre messe rispetto alla popolazione. I dati riportano una media di circa il sei per cento. Ciò significa che il novantaquattro per cento degli abitanti dei nostri paesi non frequenta più la messa. Un dato allarmante sotto certi aspetti.
Prima di chiederci in cosa abbiamo fallito o se ci sono stati errori da parte nostra nella conduzione pastorale di questi anni, vogliamo affidarci al Signore con umiltà e fiducia. Viviamo in un mondo fortemente materialista, illuso che tutto si possa risolvere con il denaro e la buona volontà. Ma sappiamo che non è così.
Il gruppo del consiglio pastorale ha affrontato il tema con grande impegno e coraggio, ma possiamo dire che, al momento, non siamo riusciti a trovare soluzioni concrete e immediate. Da qui nasce la mia preoccupazione: che qualcuno si demoralizzi e pensi che il lavoro del consiglio pastorale sia inutile o poco proficuo. Tuttavia, proprio mentre mi trovo in preghiera davanti al crocifisso, intuisco che non è affatto così. Non solo non esistono soluzioni facili per problemi complessi, ma dobbiamo anche ricordare che la comunità ecclesiale non è un'azienda chiamata a raggiungere obiettivi o profitti. La Chiesa è il frutto dell’amore e della volontà del Signore, nata sotto la croce come dono di Gesù.
In quello che, dal punto di vista umano, poteva sembrare un fallimento, si cela da sempre la fede nella Resurrezione: opera di Dio per salvare la fragilità dell’uomo. La nostra speranza non risiede nelle nostre strategie o nella nostra capacità organizzativa, ma nell’onnipotenza amorevole di Dio.
Penso a quel novantaquattro per cento che, di fatto, non conosce la bellezza della fede e a quanto potrebbero essere più felici conoscendola. Desideriamo poterla annunciare, sfruttando tutte le occasioni che la provvidenza di Dio ci metterà davanti giorno dopo giorno.
Ai membri del consiglio pastorale chiedo di sentirsi liberi dall’esito e dal risultato, ma impegnati nella fede, confidando sempre nell’ispirazione dello Spirito Santo. A tutti chiedo di non delegare solo al consiglio pastorale il compito di pregare per la nostra comunità, ma di assumere personalmente questo impegno di preghiera, affinché lo Spirito ci insegni la via da seguire per camminare dietro al nostro Signore e Maestro, Gesù.
Questi di maggio sono stati giorni di grazia per via delle prime comunioni e delle cresime. Giorni dove vediamo all’opera il dono di Dio nella grazia dei sacramenti. Siamo una minoranza, è vero, ma se viviamo con gioia, serenità e riconoscenza la nostra fede possiamo “irraggiare” questo amore a tutto il mondo!
Il vostro parroco,