Responsabilità, vocazione e servizio: il messaggio dell’Arcivescovo ambrosiano per iniziare l’anno con coraggio
«Facciamo l’elogio di quelli che si fanno avanti». È attorno a questa esortazione che si sviluppa il videomessaggio augurale di mons. Mario Delpini ai fedeli ambrosiani per l’inizio del nuovo anno, riprendendo uno dei nuclei centrali del suo recente Discorso alla Città.
L’Arcivescovo invita a non ripiegarsi su se stessi, a non chiudersi nel proprio mondo privato, ma a trovare il coraggio di esporsi e assumersi responsabilità. Chi “si fa avanti”, sottolinea Delpini, non lo fa per l’ambizione di esibire qualità personali, ma per il desiderio di mettere a servizio di tutti i propri talenti; non per un calcolo di interesse, ma come risposta a una vocazione autentica al servizio.
Nel suo messaggio, mons. Delpini riconosce con realismo anche la fragilità umana: errori, limiti e fallimenti non sono una buona ragione per tirarsi indietro. Al contrario, diventano un invito a correggersi, a riflettere e a riprendere il cammino. Farsi avanti significa anche questo: non lasciarsi abbattere, ma continuare ad andare avanti con umiltà e perseveranza.
Un altro aspetto centrale dell’esortazione riguarda la dimensione comunitaria. Chi si fa avanti sa di non essere solo: esiste una moltitudine di uomini e donne che hanno a cuore lo stesso bene comune. È una chiamata condivisa, che unisce persone diverse nella responsabilità verso il mondo e verso gli altri.
Infine, l’attenzione si allarga al “gemito del pianeta” e al “gemito della gente”. Farsi avanti vuol dire raccogliere questo grido e dedicarsi alla consolazione, con la consapevolezza che ciascuno può contribuire, almeno un po’, all’impresa di aggiustare il mondo. Non tutto il mondo, ma quel piccolo pezzo di realtà che è affidato a ciascuno.
«Ecco come vorrei augurarvi l’inizio di questo anno», afferma l’Arcivescovo: che il tempo che viene sia uno spazio in cui riscoprire la fierezza, la gioia e la bellezza di rispondere alla propria vocazione. Perché il mondo, ricorda mons. Delpini, ha bisogno di tutti noi.