Come un bambino

Nel cuore della nostra fede si trova un mistero che da secoli affascina e commuove: la venuta di Gesù nel mondo non come un potente sovrano, ma come un piccolo, mite e umile bambino. Questo evento, celebrato ogni anno nel periodo natalizio, ci invita a riflettere sulla grandezza di un Dio che si abbassa alla nostra condizione umana, scegliendo la fragilità e la semplicità per manifestare il suo amore.


Mentre molte aspettative messianiche immaginavano l’avvento di un liberatore glorioso e potente, la nascita di Gesù sovverte ogni previsione: Egli nasce in una mangiatoia, circondato da pastori e animali, accolto in una famiglia umile. Il Vangelo secondo Luca ci ricorda che «non c’era posto per loro nell’alloggio» (Lc 2,7), sottolineando ancora di più la povertà e la marginalità della sua venuta. Questa scelta di piccolezza non è casuale: Dio sceglie la via dell'umiltà per insegnare agli uomini il vero significato della grandezza. La Sua forza non si manifesta con la prepotenza, ma con la dolcezza; non si impone, ma si offre in dono silenzioso.


Gesù stesso, da adulto, dirà: «Imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11,29). La sua intera esistenza sarà la realizzazione concreta di queste parole: dalla nascita nella povertà di Betlemme fino alla morte in croce, tutta la sua vita è segnata dalla mansuetudine e dall’umiltà. Il suo modo di relazionarsi agli altri, la sua attenzione ai più piccoli e ai dimenticati e agli “esclusi”, il suo perdono verso chi lo perseguita, tutto parla di un amore che non conosce arroganza, ma solo pazienza e rispetto.


È una mitezza che non è debolezza, ma piuttosto una forza interiore che sa resistere al male senza lasciarsi contaminare dall’odio. La mitezza di Gesù cambia il mondo senza clamore, ma con fermezza e tenacia.


L’umiltà di Gesù è fonte di salvezza. Nel diventare bambino, Dio si mette nelle mani degli uomini, si affida alle cure di Maria e Giuseppe, si espone ai rischi della storia. Questa umiltà disarma, invita ad accoglierlo senza paura, perché nessuno si senta escluso dalla sua misericordia.


La sua nascita tra i poveri è un richiamo costante a guardare oltre le apparenze, a riconoscere il valore autentico delle persone e delle cose. Nella semplicità di Betlemme risplende la vera luce che illumina ogni uomo, una luce che non abbaglia, ma riscalda il cuore.


Anche oggi, in un mondo segnato da guerre, da rivalità, egoismi e ricerca del successo a ogni costo, il messaggio della venuta di Gesù come mite e umile bambino resta di una straordinaria attualità. Ci invita a riscoprire la bellezza della semplicità, la forza del perdono e della mitezza, l’importanza di prendersi cura degli altri con umiltà.


Lasciamoci dunque ispirare dall’esempio di Gesù, mite e umile di cuore, per diventare costruttori di pace e seminatori di speranza, certi che è proprio nei gesti piccoli e umili che si nasconde la vera grandezza agli occhi di Dio.


La venuta di Gesù come mite e umile bambino è un invito a guardare la vita con occhi nuovi, a lasciarsi sorprendere dalla tenerezza di Dio che si fa vicino in punta di piedi, senza rumore. Accogliere questo Bambino significa accogliere nella propria vita la logica di Dio che è l’amore gratuito, la mitezza che trasforma, l’umiltà che salva. “Chi si abbassa sarà innalzato” è il vero segreto della gioia della vita che nella notte di Natale rinnova per ciascuno di noi.


Il vostro parroco,

don Andrea